IL PAESE DELLA POLEMICA
"Il paese della polemica". L' Italia della polemica, pressapochismo, superficialità, sprezzo delle regole e regolamentazioni.
Premetto
che in questo blog non voglio fare politica, ma essendo aperto questo
a vari aspetti culturali e sociali, prendendo spunto dalla realtà
che mi circonda, navigando su internet e confrontandomi con le
persone, insomma vivendo in un contesto sociale non posso fare a meno
di notare e interessarmi anche di materie diverse estendendo la
parola cultura.
Io credo che l'Italia sia proprio
“il paese della polemica e della lamentela.”
C'è molta tendenza a polemizzare
le posizioni, le idee.
Si è sempre polemizzato in
passato.
Vediamo cos'è la polemica:
guerra verbale, dove i contendenti si attaccano a vicenda su
posizioni ideologiche diverse, su fatti od opinioni, ma può
continuare con botta e risposta fino ad attaccare la persona in sé,
andando oltre le argomentazioni e i fatti.
“
Tipica
dell'interazione polemica è la sua dimensione bellica come si può
ritrovare tanto in un monologo quanto in un dialogo come il
seguente: Durante l'interazione verbale, diventano sempre più
oggetto di discussione non i fatti, ma le parole appena pronunciate
dal contendente; tra l'altro è frequente il fenomeno retorico
della riformulazione
peggiorativa delle
parole dell'avversario.
Nell'esempio,
ciascuno dei contendenti le incorpora nel proprio discorso, le indica
o le riformula con l'intenzione deliberata di metterle in ridicolo,
di rifiutarle, o perlomeno di riutilizzarle ai fini argomentativi
opposti. Segue un esempio goldoniano:
- MARCHESE: Io sono il Marchese di Forlipopoli.
- CONTE: Ed io sono il Conte d'Albafiorita.
- MARCHESE: Sì, Conte! Contea comprata.
- CONTE: Io ho comprata la contea, quando voi avete venduto il marchesato.
- MARCHESE: Oh basta: son chi sono, e mi si deve portar rispetto.
- CONTE: Chi ve lo perde il rispetto? Voi siete quello, che con troppa libertà parlando...
- MARCHESE: Io sono in questa locanda, perché amo la locandiera. Tutti lo sanno, e tutti devono rispettare una giovane che piace a me.
- (Goldoni, La locandiera, primo atto, prima scena)
Da
sola, comunque, la ripresa del discorso avverso non basta a
caratterizzare un discorso come polemico, dato che si può ritrovare
in qualunque discussione animata. Man mano che il discorso procede,
si delinea con maggior chiarezza quello che è il principale tratto
distintivo della polemica, della "guerra": partendo
dai fatti e dalle parole si tende a
parlare delle persone con l'intento di screditarle.
Esempio sempre dalla stessa scena:
- MARCHESE: Oh bene. Voi non farete niente.
- CONTE: Io no, e voi sì?
- MARCHESE: Io sì, e voi no. Io son chi sono.
Tipico
di un discorso polemico arrivato ai ferri corti è il servirsi di
enunciati la cui natura è ormai impoverita, in quanto le asserzioni
e le controasserzioni non hanno praticamente più nessuna natura
argomentativa (voi
non farete niente)
o sono addirittura tautologiche (son
chi sono).
È peraltro chiaro che la successione degli argomenti (fatti →
parole dell'avversario → avversario) non deve necessariamente
essere stringente."
>>Tratto Da Wikipedia.
Dunque continuando a sostenere le
proprie posizioni e polemizzando contro gli avversari, spesso si
finisce per allontanarsi dai fatti perdendo di vista il ragionamento,
sempre se c'è n'è uno, e perdendosi in attacchi senza un fondamento
logico o quasi o per il gusto di screditare o attaccare in uno sfogo,
magari anche di rabbia o di malumori repressi contro quella
particolare persona , o del suo modo di agire o di pensare.
Soprattutto in politica questo atteggiamento porta a conflitti che
hanno risultati ben poco costruttivi, disperdendo tempo ed energie.
Leggendo o sentendo le notizie sui
giornali, nei media, ci si accorge spesso come la polemica su molti
fatti e avvenimenti prenda il sopravvento sulla notizia in sé, a
volte sconvolgendo i fatti o allontanandosi dal problema.
Sicuramente alla base della
polemica c'è insoddisfazione e malumore, stati d'animo purtroppo
molto presenti negli italiani negli ultimi tempi; chi vive in Italia
si accorge ben presto delle problematiche inerenti alla burocrazia e
agli enti istituzionali, dove le lungaggini e la poca efficienza sono
all'ordine del giorno; uniamo il pressapochismo che contraddistingue
il modo d'agire italiano, l'insofferenza alle regole delle persone, e
un sistema burocratico e legislativo che peggiorano questo
atteggiamento vista l'imprecisione e la complessità delle
regolamentazioni da seguire.
In definitiva, un approccio più
costruttivo nei confronti del mondo, del paese, un'apertura verso le
idee e le persone che la pensano diversamente, provare a capire o
mettersi nei panni degli altri pur mantenendo le proprie opinioni è
un atteggiamento secondo me positivo; il confronto , il dialogo
prendendosi il tempo di comprendere i punti di vista portano a
qualcosa di nuovo, a un arricchimento da parte di tutti.
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